
Le più antiche tecniche di stampa: xilografia e calcografia
L’istinto alla creazione artistica, come strumento di comunicazione emozionale e empatico, è nato insieme all’uomo. Già nelle caverne, le pitture rupestri confermano questa esigenza quasi connaturata all’essere umano di raccontare la propria vita e gli avvenimenti che la rendono importante.
Se, però, la creazione artistica vive della sua unicità, la comunicazione che vi si sviluppa intorno ha avuto sin da subito la voglia di raggiungere più persone possibili. Un racconto in immagini, le illustrazioni, le pitture nascono per comunicare emozioni e per condividere esperienze, anche e soprattutto con chi non le ha vissute.
Le capacità narrative dell’uomo sono alla base di ogni sviluppo sociale e tecnologico, primo tra tutti l’invenzione della stampa. Ma molto prima di Gutenberg e della stampa a caratteri mobili, tanti tentativi dell’uomo erano rivolti alla ricerca di modalità di comunicazione e di riproduzione di immagini e lettere.
Se condividere e raccontare sono alla base dell’essere umano, sorse ben presto e in tempi antichissimi, l’esigenza di velocizzare il processo di illustrazione e scrittura.
Qui vogliamo introdurre le prime due tecniche inventate in questa direzione: la xilografia e la calcografia. Due tecniche diverse, concettualmente simili ed opposte, che mantengono una forte componente artigianale ed artistica.
Proprio come per la scultura, anche quando l’uomo inventò i primi metodi di stampa ebbe a disposizione due approcci: per sottrazione e per incisione.
Xilografia e la stampa per sottrazione
La xilografia, dalle parole greche legno e scrivere, è stata la prima tecnica sviluppata, nella Cina dell’ XI secolo.
Si utilizzavano delle tavolette di legno dalle quali veniva sottratta la materia intorno alla lettera o al segno che si voleva riprodurre. Si toglieva tutto ciò che non serviva, per ottenere una forma in rilievo su cui passare più facilmente l’inchiostro. A quel punto era sufficiente poggiare la tavoletta sulla superficie scelta e esercitare una piccola pressione per imprimere l’inchiostro.
La stampa con tecnica xilografica è stata utilizzata per realizzare libri interi, contenenti immagini e parti testuali. Un lavoro sicuramente molto lungo ed impegnativo, ma un passo in avanti rispetto alla copiatura a mano. Gli antichi amanuensi e i miniaturisti, infatti, pur acquisendo nei secoli una tecnica ricercatissima, impiegavano molto più tempo per la realizzazione di un singolo volume.
La xilografia è un primo passo verso la meccanizzazione di un procedimento ancora molto legato all’arte e all’artigianalità di professionisti.

Calcografia: lo stampo si capovolge
La parola calcografia viene comunque dalla Grecia, dall’unione delle parole bronzo e scrivere. Questa tecnica si diffonde probabilmente in Germania e in Italia tra il 1400 e il 1500.
Il procedimento mentale che guida questa tecnica è inverso rispetto alla xilografia. In questo caso, i tratti, le immagini e le lettere da stampare vengono incise sullo stampo metallico. Creando delle avvallature, l’inchiostro si concentra e può essere trasferito sul foglio, grazie ad uno stampo.
Tornando al paragone con la scultura, la calcografia è come la forma di scultura per aggiunta: se sul marmo si lavora per sottrazione, togliendo le parti che non servono e lasciando emergere la statua, con le materie malleabili, si lavora per aggiunta, delineando le linee fondamentali dell’immagine. Allo stesso modo, la calcografia traccia subito le linee che vogliono essere stampate.
Principalmente viene utilizzata per le illustrazioni, ma costituisce un passo in avanti fondamentale verso la stampa moderna. Invertire il modo di concepire lo stampo, ha reso possibile l’invenzione successiva delle litografie e della serigrafia, in chiave moderna.
La calcografia e la nascita dei rotocalchi
La tecnica della calcografia ha avuto una fortunata applicazione nei secoli successivi, nella stampa rotocalcografica.
Attraverso l’utilizzo di una macchina con cilindri rotanti incisi, si ottengono delle stampe di ottima qualità. Con un sistema di celle di diversa profondità si possono anche creare differenti intensità per i colori.
Unendo la velocità, la resa a stampa e la brillantezza del colore, la stampa rotocalcografica è stata utilizzata nel XX secolo per la produzione delle riviste e dei periodici (da qui il nome “rotocalco”).
La xilografia e la calcografia sono stati i primi due passi in direzione della meccanizzazione della comunicazione scritta. Hanno risposto per prime ad un bisogno connaturato all’uomo, conservando elementi di artigianalità e di manualità spiccata.
Il passo successivo, a partire dal concetto di stampo, sarà l’utilizzo di materiali assorbenti o refrattari prima, di sostanze chimiche e isolanti poi, per distinguere le parti da stampare e quelle da ignorare.
Questa evoluzione sarà alla base della litografia e della stampa offset, ancora in uso nelle tipografie per le stampe di grandi tirature di cataloghi, manifesti da affissione, riviste.
Tanti passaggi ancora saranno necessari e tanti anni dovranno passare, fino ad allontanare la stampa da quel concetto di artigianalità e manualità di cui è sempre figlia. Oggi la tecnologia ha permesso lo sviluppo di tecniche e macchinari molto specializzati e la digitalizzazione ha stravolto questo mondo.
Ma la stampa di un flyer, di una locandina o di un catalogo, rimangono sempre a metà tra il mondo dei manufatti artistici e quello della produzione industriale. Professionalità e tocco artistico si potranno sempre scorgere, nella scelta di un’immagine, nell’organizzazione di un layout o semplicemente in un’emozione che, quasi inspiegabilmente, coinvolge gli occhi e la mente.
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