
Storia della tipografia moderna: Aldo Manuzio
La storia della tipografia è una storia fortunatamente lunga e ricca di avvenimenti. Da sempre, infatti, gli uomini hanno cercato di fermare sulla carta il loro pensiero, ricreare un’immagine, tramandare un sapere acquisito.
Un’esigenza che è sempre stata prettamente umana: dai disegni incisi sulle caverne in poi, la strada è stata lunga e tutta volta al continuo miglioramento.
Nel tempo, con l’evoluzione tecnologica e con lo sviluppo della società, sempre più cose meritavano di essere ricordate, rubate alla memoria e fermate sulla carta. Per questo, l’ingegno umano si è rivolto molto presto alla ricerca di modi facili, belli e veloci per scrivere libri, copiare illustrazioni e tramandare conoscenze.
Una tappa fondamentale in questo lungo percorso è sicuramente il 1455: in una piccola cittadina tedesca, Johannes Gutenberg stampava il primo libro, una Bibbia, con la tecnica della stampa a caratteri mobili.
Con Gutenberg nasce ufficialmente la tipografia moderna.
Ma ci sono altri momenti e altri personaggi che meritano di essere ricordati: tra tutti brilla la figura di Aldo Manuzio.
Aldo Manuzio: il primo tipografo
Se Gutenberg viene ricordato come l’inventore della stampa a caratteri mobili, Manuzio è sicuramente il primo tipografo della storia. Nato in un paesino della campagna laziale, Bassiano, studia a Roma e Ferrara per poi trasferirsi a Venezia, alla fine del Quattrocento.
Come spesso accade, si trova nel posto giusto al momento giusto: la società veneziana del tempo, infatti, è in forte crescita, piena di stimoli e brulicante artisti, pittori, studiosi e innovatori.
E’ il posto ideale, insomma, per nuove idee e per fare grandi affari. Qui, si stabilisce Manuzio e qui, allontanandosi dai suoi studi filologici e linguistici, inizia la sua avventura nel mondo dell’editoria.
Le Edizioni Aldine iniziano la loro attività tra il 1494 e il 1495. Molti grandi classici vengono stampati, da Aristotele a Lucrezio, insieme a innumerevoli grammatiche greche e dizionari.
Nella piccola tipografia sono attivi 6 torchi e l’attività continua senza pausa.
Dalla tipografia veneziana di Manuzio escono grandi successi e si gettano delle basi solide per una tipografia moderna e innovativa.
Il Bembo: un carattere destinato a scrivere la storia
Il Bembo è uno dei font tipografici più famosi, che è stato anche fonte di ispirazione per il Garamond e per altri caratteri moderni. E’ stato creato da Francesco Griffo da Bologna per il testo “De Aetna” di Pietro Bembo. Questo testo è stato edito da Aldo Manuzio per le Edizioni Aldine nel 1496.
Il font, pensato per imitare la scrittura del Bembo, risulta armonico, morbido e arioso; capace di agevolare la lettura anche di un testo lungo.
Manuzio, apprezza molto questo nuovo font e ne intuisce la grandezza; per questo lo sceglie anche per la stampa della Hypnerotomachia Poliphili, attribuita a Francesco Colonna, edita nel 1499.
Se il merito per la creazione del font spetta a Griffo, a Manuzio va sicuramente riconosciuta una grande lungimiranza nell’utilizzo di un font destinato a segnare la storia della tipografia.
I libri portatiles
Un altro dei grandi successi ottenuti da Manuzio è sicuramente l’invenzione dei libri portatiles. All’inizio del Cinquecento, infatti, anche Venezia risentiva di una forte crisi dovuta alle continue guerre per l’indipendenza commerciale e politica.
In situazioni come queste, l’uomo d’affari individua l’innovazione giusta da proporre alla società. Manuzio, infatti, inizia a stampare libri portatili. Questi libri hanno il vantaggio di essere più piccoli rispetto ai volumi da studio e possono essere più facilmente consultati.
Piccole innovazioni, piccoli passi che spingono verso un futuro tutto da disegnare. Piccoli passi che compiono grandi uomini con una visione della società molto chiara e un senso innato di sviluppo.

Il logo Festina Lente
Bellissimo e di grande ispirazione, infine, il logo scelto da Manuzio per le Edizioni Aldine. Si tratta di un delfino arrotolato ad un’ancora; il tutto incorniciato da un festone di frutti. Per la creazione del logo, pare che Manuzio si sia ispirato ad un’antica moneta romana donatagli da Bembo.
Se il logo è assolutamente affascinante, il motto lo è ancora di più; precursore degli slogan moderni, “Festina Lente” è diventato un motto elegante e destinato a sopravvivere nel tempo.
“Affrettati lentamente”, proprio come ha fatto Manuzio, introducendo innovazione e inventando nella sua piccola bottega veneziana l’arte e l’industria tipografica insieme.
La tipografia oggi deve molto a Manuzio e a tutti quegli uomini che hanno saputo innovare e cercare soluzioni sempre migliori per la stampa. Se oggi è così facile e veloce stampare un flyer, una brochure, un catalogo e una rivista, è grazie a uomini come Aldo Manuzio che hanno saputo guardare oltre il loro tempo, verso un futuro che è diventato realtà.
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