
L’importanza del logo per la brand identity: esperimenti curiosi
Il logo è parte integrante dell’identità di un’azienda e di un marchio; il logo, infatti, deve condensare in un’immagine semplice e facilmente riconoscibile, i valori del brand, il modo di lavorare e il ruolo che ricopre nel mercato.
La progettazione di un logo è un lavoro molto importante che richiede tempo e studio: anche dal punto di vista grafico, infatti, un logo deve avere alcune caratteristiche particolari. Sicuramente deve essere semplice, compatto, così da comparire negli angoli dei manifesti, delle brochure e dei flyer. Deve però anche campeggiare, a dimensioni molto più grandi, sui manifesti e le grandi affissioni, mantenendo l’armonia e la gradevolezza del progetto iniziale.
Un logo, quindi, deve essere facilmente riproducibile a diverse dimensioni e su diversi supporti per la stampa. Anche per quanto riguarda il colore, deve essere costante, senza cambiare sfumatura e tonalità in base alla stampa e al supporto utilizzato.
A causa di questo ruolo chiave all’interno della comunicazione di un brand, il logo è stato spesso oggetto di reinterpretazione creativa. Molti artisti, mossi dalla volontà di leggere e commentare la società moderna, hanno voluto giocare con i logo ed i font più famosi di sempre.
Un modo per sottolineare il ruolo gigante che ormai queste immagini e questo genere di comunicazione ricopre nelle nostre società e, soprattutto, nella nostra vita di tutti i giorni.
Ahmed Morshedi: il logo che si confonde con il packaging
Uno degli esperimenti artistici più interessanti degli ultimi tempi è sicuramente quello di Ahmed Morshedi. Questo giovane artista ha deciso di giocare un po’ con i loghi più famosi della nostra quotidianità.
Cosa succede, quindi, se un logo famosissimo viene applicato nel packaging di un altro prodotto? I nostri occhi e le nostre menti entrano in confusione oppure no?
Se si mette, ad esempio, il marchio McDonald su un pacchetto di gomme, Nutella su un dentifricio e Pepsi su un pacchetto di patatine, siamo in grado di rendercene conto subito?
L’idea, e spesso il risultato, sorprende e fa riflettere: dopo un’iniziale ed istintiva confusione, ci scopriamo perfettamente in grado di capire quali brand sono stati oggetto di mashup. Almeno la maggior parte delle volte!
Questo, forse, dovrebbe farci riflettere sul ruolo che i brand hanno nelle nostre vite, che lo vogliamo o no. Questo, inoltre, è l’obiettivo che tutte le aziende vorrebbero raggiungere: una notorietà tale da non essere confusi neanche in situazioni come queste.
In ogni caso, un esperimento divertente dal punto di vista psicologico e interessante da quello artistico.

Nicola Bolfelli: quando i film rubano i logo
Un altro esperimento, sempre in questa direzione, è quello di Nicola Bolfelli. Questa volta, però, l’idea era quella di prendere i titoli dei film più famosi degli anni ‘80 e presentarli con la grafica, il logo e i font dei brand più famosi.
Ecco che Ghostbusters viene rappresentato come Blockbuster, i Goonies rubano il font e il logo a Google, Labyrinth a Lacoste con tanto di coccodrillo, Real genius a Real Time e tanti altri ancora.
In questo caso, l’esperimento è ancora più trasversale, passando dal mercato alle produzioni cinematografiche: il risultato, però, non cambia. Se all’inizio c’è un piccolo disorientamento, subito il cervello ricostruisce gli abbinamenti con grande sicurezza.
Questo divertente esperimento di Bolfelli, insomma, conferma che anche passando per argomenti e esperienze quotidiane differenti, la potenza dei brand e dei loghi che vediamo ogni giorno rimane fortissima in noi.
Brand New Roman: quando il font si separa dal logo
Un altro esperimento interessante e di grande valore è quello dell’agenzia Hello Velocity, un’agenzia creativa statunitense, famosa per presentare progetti provocatori e sopra le righe.
Qualche tempo fa, infatti, ha presentato un nuovo font tipografico “Brand New Roman” : dal nome evocativo e divertente, questo font ruba le lettere dai loghi più famosi al mondo per costruire parole stranianti per l’occhio e per la mente.
Hello Velocity con Brand New Roman ha voluto, quindi, offrire il suo contributo ad una riflessione più ampia che ormai coinvolge le nostre società.
I lavori di Morshedi, Bolfelli e dell’agenzia Hello Velocity possono tutti iscriversi all’interno di questa riflessione più generale sul brand, sulla comunicazione commerciale e sul ruolo del logo e del font tipografico nella riconoscibilità di un’azienda.
Al giorno d’oggi, siamo tempestati di comunicazioni di marketing e commerciali: dalle nostre città piene di manifesti, locandine e flyer, fino alla comunicazione dedicata sul web. La soglia della nostra attenzione si abbassa notevolmente davanti a tanti, forse troppi stimoli. Senza accorgercene, però, le aziende che riescono a comunicare meglio, che hanno un messaggio coerente e una personalità più forte riescono ad emergere.
Quelle stesse aziende, con il loro logo, con il packaging e con un messaggio chiaro, si imprimono nelle nostre menti e sanno diventare indimenticabili.
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