Comunicazione visiva: quando la pagina sa parlare
Uno dei criteri da rispettare nella realizzazione di un progetto grafico è la leggibilità (readability); con questa categoria si vuole misurare quanto un testo sia facile alla lettura e quindi comprensibile e chiaro.
La leggibilità dipende da diversi fattori, molti dei quali sono legati alle capacità di scrittura, al rispetto delle regole grammaticali ed ortografiche e alla scorrevolezza di un testo.
Un testo è definito leggibile, quindi, quando chi lo leggo riesce agevolmente a capirlo.
Ma, come diciamo spesso, la comunicazione in un progetto grafico, per la stampa di un libro o di una brochure, di un flyer o di una rivista, è prima di tutto visiva. Anche le immagini comunicano molte informazioni, oggettive e soggettive, ed è quindi fondamentale conoscerne le regole.
Leggibilità: i criteri fondamentali
Quando l’occhio umano si ferma su una pagina, che si tratti di un flyer, di una brochure o di un libro, sono molti gli elementi che riesce a notare ed interpretare immediatamente.
La pagina investe il lettore, con la sua impaginazione e la sua presenza visiva prima ancora che con il suo contenuto; il lettore, attraverso l’occhio, riceve stimoli ben precisi e questo influenza subito le sue sensazioni.
Una pagina può incuriosire, accogliere l’occhio con stimoli differenti e colorati, ma può anche allontanare se troppo densa e oppressiva.
Lo spazio bianco: tutto intorno al pensiero
Lo spazio bianco è molto importante perché concede all’occhio e alla mente un momento per il respiro, per la riflessione e per uno spostamento più agevole.
Nella progettazione del layout delle pagine di un libro, lo spazio bianco varia di solito a seconda dell’edizione, tascabile, economica o in brossura; in genere, comunque, lo spazio lasciato libero risponde a dimensioni standard.
Un tempo, nel periodo medievale, i margini bianchi intorno al testo erano molto più ampi di oggi: era infatti uno spazio destinato alle decorazioni, alle note e alle glosse.
Oggi, quello spazio è meno importante e può restringersi a qualche centimetro.
Il font tipografico: una lettura scorrevole
Anche il font tipografico, ovviamente, gioca un ruolo di primo piano. Sono tantissimi i font oggi a disposizione, per esaltare la creatività di un progetto grafico e per mettere in risalto le parole.
La distinzione più importante, però, riguarda i caratteri serif o sans serif: in genere i font con grazie conferiscono al testo un sapore più elegante e tradizionale e agevolano le letture di brani estesi. Oggi, sono molto diffusi anche i font senza grazie, soprattutto nel mondo digitale, che garantiscono grande semplicità e chiarezza.
Per distinguere alcune sezioni del testo, alcune informazioni importanti, si usano, poi, il grassetto (per un forte impatto) e il corsivo (per un impatto più delicato).
E’, però, fondamentale ricordare che la resa di questi caratteri dipende molto anche dalle modalità di stampa: una tipografia specializzata, il tipo di carta, l’inchiostro sono elementi che posso fare la differenza.
Ad ogni font corrispondono, comunque, delle precise regole di impaginazione.
L’interlinea detta il ritmo
Anche l’interlinea ed i criteri di spaziatura hanno un ruolo importante: l’alternarsi di spazi bianchi e spazi neri, infatti, dal punto di vista visivo determinano e comunicano all’occhio un certo ritmo.
Il ritmo comunica un ordine preciso al cervello e, di conseguenza, trasmette un senso di calma e di organizzazione. La giusta interlinea aiuta notevolmente la leggibilità di un testo; il cervello è meno appesantito e riesce a leggere con più facilità.
Ad aumentare questa sensazione, ci sono anche il rientro della prima riga e la divisione in paragrafi.
Il numero delle pagine
Quanto è utile il numero delle pagine?
La risposta dipende molto dal libro, il catalogo o la rivista in questione.
Se parliamo di romanzi e brevi brochure, probabilmente il numero delle pagine non è molto importante. Il lettore, infatti, individua subito altri criteri e modalità per orientarsi nel testo. Molto più utile, invece, se parliamo di saggistica e testi destinati ad una consultazione orizzontale.
Al di là dell’utilità specifica, però, un romanzo senza il numero delle pagine verrebbe percepito come manchevole di una sua parte.
L’occhio umano è abituato a trovare, in basso o in alto nella pagina, questo tipo di indicazione: non trovarla disorienterebbe l’occhio e creerebbe una sensazione sottile di disagio.
La pagina: una comunicazione complessa
Questi sono solo alcuni elementi che determinano la comunicazione di una pagina dal punto di vista visivo. Tanti altri, come gli indici, la testata, le note a piè pagina, la dimensione dei font in base all’informazione, vanno comunque conosciuti e approfonditi.
Che si tratti della stampa di una brochure, di un flyer, di un catalogo o di un libro, questi aspetti vanno tenuti in grande considerazione.
Il progetto grafico e l’organizzazione degli elementi per il layout devono pensare all’impatto visivo immediato e alla sensazione che quell’immagine suscita subito all’occhio umano. L’obiettivo è sempre una comunicazione piacevole, chiara senza sentirsi travolti e appesantiti dalla pagina.
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