La prestampa. Consigli per giovani grafici.
Cos’è la prestampa? A cosa serve? Chi la utilizza? Passo dopo passo, l’articolo proverà a rispondere alle vostre domande… Iniziamo!
Il graphic designer è un progettista della comunicazione visiva capace di rispondere in modo appropriato ad esigenze diverse.
Gli verrà chiesto di realizzare un catalogo cartaceo, una rivista digitale, un video promozionale, un sito web, un packaging creativo, un’app.
Bisogna ammettere, però, che i primi passi sono sempre molto complicati e ciò che preoccupa i grafici alle prime armi riguarda, senza dubbio, la stampa. Dopo aver creato un bel logo, magari l’intera immagine coordinata, la domanda chiave è: “come garantire una buona resa di stampa al mio lavoro?”
L’argomento è di fondamentale importanza, perché una cattiva gestione dei colori, ad esempio, può restituire risultati mediocri, con una stampa di pessima qualità su ogni tipo di supporto. Come regolarsi, quindi?
Ecco una breve guida per entrare nel mondo della prestampa.
Prestampa: introduzione
La fase di prestampa identifica tutte le operazioni antecedenti la stampa definitiva.
Ciò che viene stampato non può più essere corretto. Stampare centinaia di brochure con degli errori, con un colore diverso da quello concordato, sarebbe un danno enorme, sia a livello economico (soprattutto per il cliente), sia di reputazione per il grafico. Per questo motivo, è necessario seguire alcune regole d’oro. Scopriamo insieme quali sono.
Preparare i file definitivi: risoluzione delle immagini
Dal bozzetto su foglio, si prosegue con la realizzazione grafica del documento al computer. Importantissimo, è affidare i propri lavori a programmi specializzati, come Illustrator©, Indesign©. Utilizzare un file Word o PowerPoint, infatti, non permette di ottenere una stampa di buona qualità .
Bisogna sempre tenere presente che la stampa dipenderĂ dalla risoluzione del file e dal formato finale in cui verrĂ stampato.
Nella stampa digitale ed off-set, le immagini utilizzate dovrebbero avere una risoluzione di 300 dpi in scala 1:1. Per la stampa in grande formato, invece, una risoluzione tra i 100 e 150 dpi può adattarsi bene a manifesti 70×100 o 100×140. Valori che possono abbassarsi ulteriormente per formati superiori.
In genere, comunque, con una risoluzione troppo bassa l’immagine risulta sgranata: ecco perché è sempre meglio fornire (soprattutto in fase di stampa) immagini di alta qualità .
A tal proposito, evidenziamo l’importanza di scambiare file in formati standard, gestibili senza problemi:
– per inviare i file definitivi, pronti per la stampa, è indicato il formato .pdf ad alta risoluzione
– per inviare loghi o disegni vettoriali è consigliato il formato .ai o .eps  (Adobe Illustrator)
– per inviare foto è meglio salvare il file in .jpg, tiff o .psd (Adobe Photoshop).
Prestampa: colori, font e margini
Tutte le immagini e i colori utilizzati devono essere in CMYK (e non RGB).
CMYK è la sigla di Cyan, Magenta, Yellow, Black. E’ un modello di colore detto anche quadricromia. La “K” si riferisce a key (chiave), in quanto i sistemi di stampa che utilizzano questo modello usano la tecnologia Computer To Plate (CTP), nella quale mediante una “lastra chiave” (“key plate” in inglese) si allineano correttamente le lastre degli altri tre colori (il ciano, il magenta ed il giallo appunto). [fonte: Wikipedia]
Altra buona norma, è quella di inserire dei margini di sicurezza, cioè delle misure da applicare sul bordo del foglio per evitare che parte dei testi o della grafica, in fase di stampa, vengano tagliati: 7 mm per le riviste, 5 mm per le locandine, 3 mm per i biglietti da visita. Per pubblicazioni speciali, come cataloghi o libri, il margine sarà più ampio, almeno 10 mm. Questo per consentire la rilegatura (a spirale, ad esempio).
Un altro argomento importante è quello dei font. Chi riceverà il file e procederà alla stampa non è detto possieda i font scelti per il progetto. Ciò comporterà una sostituzione degli stessi, in automatico e senza preavviso, da parte del sistema operativo.
Cosa fare? Una soluzione è quella di allegare al file definitivo, il font di riferimento. In alternativa, è possibile convertire i testi in tracciati, cioè trasformare i caratteri in forme vettoriali.
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