Pantone: uno standard che fa tendenza
I colori nel mondo della grafica e del visual in genere sono degli elementi fondamentali. Riescono ad evocare e comunicare in maniera molto più diretta ed efficace delle parole, costruiscono un’atmosfera, un filo conduttore, raccontano una storia.
Per questo la selezione della giusta palette da utilizzare per un nuovo progetto di tipografia tradizionale e online è un momento fondamentale. Al di là del puro gusto estetico, infatti, sempre importante, i colori hanno assunto nei secoli dei significati standard molto precisi ed universalmente riconosciuti.
Il rosso, frizzante e molto stimolante, è il colore della velocità, delle automobili e dei giocattoli per bambini. Il blu è, invece, il colore della tecnologia, delle istituzioni e dell’affidabilità in generale. Il bianco è ufficialmente simbolo di purezza, chiarezza e calma, perfetto per il settore turistico ed hospitality.
Dopo aver scelto i giusti colori, però, è necessario avere un modello di riferimento universale per conoscere la tinta esatta, perfetta sia per un website che per la resa a stampa.
Quante volte è capitato di progettare la stampa di una brochure o un flyer, sceglierne i colori con attenzione e poi scoprire, all’uscita dalla tipografia, che le tinte risultavano molto differenti? Come quando si acquista una maglia da abbinare, convinti che sia del giusto colore, ma in realtà non lo è.
Che si tratti della stampa di una brochure, un catalogo, un semplice biglietto da visita, insomma, il sistema di riferimento per le tinte cromatiche è fondamentale. Negli anni, per risolvere questo problema, sono stati proposti e adottati sistemi diversi.
Tra questi, però, il sistema che ha riscosso sicuramente il maggior successo è stato ed è Pantone.
Pantone matching system
Il sistema Pantone Matching System nasce nel 1963 da Lawrence Herbert. Rispetto agli altri sistemi in circolazione, presenta alcune fondamentali differenze che lo hanno reso negli anni uno standard assoluto.
Il modello cromatico CMYK (Ciano, Magenta, Yellow e Key Black), ad esempio, è un modello a base sottrattiva che si basa sull’assorbimento della luce da parte della superficie degli oggetti. Il modello cromatico RGB (Red, Green, Blue), invece, è un modello additivo, nel quale i colori si ottengono dalla combinazione dei primari.
Ulteriori modelli cromatici sono stati, poi, quello nipponico, chiamato Toyo Color Finder, e il tedesco HKS.
All’interno di questa proposta, però, Pantone ha saputo subito distinguersi.
I colori Pantone, infatti, non possono essere scomposti in quadricromia e non sono ottenuti tramite sovrapposizione. Sono colori originati da una pellicola piena, ad intensità massima.
Ma il più grande pregio di Pantone è l’attenzione alla fruibilità e all’universalità: è stato stilato infatti un vero e proprio dizionario dei colori e delle tinte. Ciascun colore per Pantone è associato ad un codice che ne garantisce la riproducibilità su vari supporti e la resa sia display che tipografica.
Non più, dunque, le problematiche legate alla resa dei colori dopo la stampa: per volantini, manifesti, riviste e brochure la tipografia è facile e veloce.
Pantone diventa un brand
Oggi Pantone è talmente apprezzato e diffuso da diventare un vero e proprio brand. Il suo nome e la sua fama vanno ben oltre gli addetti ai lavori e la riconoscibilità è garantita.
Il colore, in effetti, è uno degli elementi più importanti di un logo e di una strategia di comunicazione visiva ed è quindi uno strumento essenziale per il branding di ogni azienda.
Il colore influenza le scelte dei consumatori nel 90% dei casi: quanto è stato importante il rosso per il logo della Coca Cola, quanto il verde per Starbucks o il blu per Facebook?
Ognuno di questi colori è diventato un elemento distintivo del brand e ne ha accresciuto notevolmente la riconoscibilità. Sono talmente importanti da essere realizzati unicamente per l’azienda che ne diventa proprietaria. Non deve esserci il rischio di venire confusi o di essere troppo simili ad altro.
Pantone, da questo punto di vista, grazie alla sua capacità di garantire l’uniformità del colore su diversi supporti, nella tipografia come nel digitale, ha rappresentato molto presto la migliore risposta per ogni esigenza.
Le ultime tendenze secondo Pantone
Un standard e oltre: Pantone lavora, infatti, sulla comunicazione del colore, sul suo ruolo nella società e detta, quindi, anche le nuove tendenze.
Ogni anno propone un colore destinato a rappresentare quel preciso momento storico, sfruttando le grandi capacità comunicative che ogni tinta porta con sé.
Ancora non è stato presentato il colore che caratterizzerà il 2020, ma già si può anticipare la direzione. Il Pantone 2020 parlerà dei grandi cambiamenti climatici che il pianeta sta affrontando, parlerà di crisi ambientale e di inquinamento.
Sulla scia, della direzione scelta l’anno scorso con il Living Coral, per sottolineare i grandi rischi a cui è esposta la barriera corallina, Pantone potrebbe proseguire quest’anno con il Bleached Coral. Con questo colore, letteralmente “corallo sbiancato”, si farebbe riferimento allo sbiancamento che subiscono i coralli quando sono malati e destinati a morire.
Una supposizione o un’indiscrezione?
Ancora nulla di certo, perché il colore scelto verrà presentato solamente a dicembre. Sicuramente, queste tendenze sono in linea con le grandi tematiche e le grandi preoccupazioni delle società contemporanee e un brand universale come Pantone, già molto sensibile ai temi ambientali, non potrà non tenerne conto.
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